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Volume 8, n.1 (2022): 3-26

In questo numero

Il Position Paper di Costa et al. affronta le problematiche inerenti alla dinamica della pianificazione familiare, intesa come sviluppo informato di un progetto riproduttivo che comprende tempo, numero di nascite e intervallo temporale.

In Italia, l'utilizzo dei contraccettivi, che sono un prerequisito essenziale, è ancora piuttosto problematico, poiché solo il 15% circa delle donne in età fertile utilizza contraccettivi ormonali e, in generale, il basso livello di utilizzo dei contraccettivi colloca il nostro Paese al 22° posto in Europa.

In Italia, una gravidanza su quattro non è pianificata e nel 50% dei casi esita in un'interruzione volontaria di gravidanza. I dati Istat del 2018 riportano 76.328 interruzioni volontarie con spesa stimata di circa 88 milioni di euro per il SSN. In realtà, analizzando i dati relativi alle interruzioni di gravidanza clandestine e alla contraccezione di emergenza, le donne potenzialmente eleggibili per un'adeguata contraccezione preventiva  potrebbero superare le  160.000. Se queste ricorressero all’interruzione di gravidanza, la spesa netta per il SSN potrebbe raggiungere i 164 milioni di euro, esclusi i costi aggiuntivi legati alle complicazioni sopravvenute e ai giorni di degenza eccedenti la media.

I dati sulla popolazione femminile dimostrano che un uso crescente di metodi contraccettivi reversibili con azione a lungo termine è associato ad una riduzione statisticamente significativa del tasso di aborto. In particolare, l’utilizzo dell’impianto contraccettivo sottocutaneo presenta il vantaggio di fornire una contraccezione sicura e a lungo termine, indipendentemente da quei fattori che possono ridurre la compliance. Ciò, in associazione alla costante inibizione dell’ovulazione, consente il raggiungimento di un indice di Pearl pari a 0,031, vale a dire il massimo dell’efficacia contraccettiva osservata nei trial clinici.

Un fattore che interviene sugli aspetti organizzativi essenziali per l’attuazione delle procedure di interruzione volontaria di gravidanza è costituito dall’obiezione di coscienza. I dati italiani rilevano che il numero medio dei ginecologi contrari supera i 3.000, pari a circa il 70% del totale.

Rimuovere o ridurre le barriere che limitano l'accesso ai metodi di pianificazione familiare dovrebbe garantire alle donne di prendere decisioni informate sulla loro maternità.

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