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Orizzonti

L'uso degli antibiotici in Italia - Rapporto Nazionale anno 2018

06.12.2019

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AIFA ha pubblicato il secondo Rapporto su "L'uso degli antibiotici in Italia" che fotografa i dati di consumo e spesa nel 2018. Il Rapporto è uno strumento utile per monitorare l'uso degli antibiotici nell'uomo e individuare le aree di maggiore criticità su cui agire per promuoverne un uso più appropriato.

Gli antibiotici sono un gruppo di farmaci in grado, con differenti meccanismi di azione, di impedire lo sviluppo di batteri e quindi essenziali per il trattamento delle infezioni batteriche; in grado di migliorare, fin dalla loro introduzione, in modo significativo la salute della popolazione. Tali farmaci devono essere utilizzati soltanto su prescrizione e assunti per il tempo e alle dosi prescritte esclusivamente per il trattamento delle infezioni causate da batteri e non per malattie causate da altri infettivi (virus, funghi, protozoi), a meno che non sussista il rischio identificato da uno specialista che queste si complichino per il sovrapporsi di infezioni batteriche. Purtroppo, il loro uso eccessivo e inappropriato negli uomini e negli animali sta contribuendo ad accelerare drammaticamente il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, il processo naturale per cui i batteri divengono resistenti agli antibiotici.  In particolare le multi-resistenze (a 4 o più farmaci appartenenti a classi diverse di antibiotici) rappresentano un problema di salute pubblica in grado di aumentare mortalità e degenze ospedaliere prolungate e generare costi sanitari elevati.

L’Italia è tra i Paesi europei con i maggiori consumi (sebbene da alcuni anni il trend sia decrescente) e con i tassi più elevati di resistenza e multi-resistenza.  Nel rapporto del 2018 il consumo di antibiotici in Italia è pari a 21,4 DDD/1000 abitanti die, in lievissimo aumento (+0,5 rispetto al 2017) ma il trend degli ultimi anni è comunque in calo. E’ comunque superiore alla media europea, anche se è presente una notevole variabilità regionale con valori più elevati al Sud e nelle Isole e inferiori al Nord. Nel periodo 2016-2018 anche l’erogazione di antibiotici in ambito ospedaliero aumenta in maniera difforme tra le diverse aree geografiche.  Tra le classi diminuiscono i consumi di fluorochinoloni, mentre crescono specie al Nord quelli dei carbapenemi. L’associazione amoxicillina/acido clavulanico è l’antibiotico più utilizzato sia in ambito territoriale che ospedaliero anche se, in particolare nella popolazione pediatrica, questa associazione non è indicata tra i farmaci di prima scelta in molte linee guida.

Nei mesi freddi, durante i picchi di sindromi influenzali, vi è un chiaro aumento del consumo inappropriato di antibiotici. Ed è proprio questo impiego inappropriato a preoccupare maggiormente: supera il 30% in quasi tutte le condizioni cliniche prese in considerazione (influenza, raffreddore comune, laringotracheite, faringite e tonsillite, cistite non complicata) ad eccezione della bronchite acuta. La buona notizia è che anche i tassi di inappropriatezza d'uso degli antibiotici sono comunque in calo.

In termini di spesa, il consumo di  antibiotici corrisponde all'1,6% dei consumi totali di farmaci. La spesa per questi prodotti è pari al 6,5% di quella convenzionata (antibiotici erogati dalle farmacie pubbliche e private). Il trend di consumo e spesa 2014-2018 rivela una riduzione dei consumi in assistenza convenzionata del -10,1% e della spesa convenzionata del -12%.

In conclusione, il 90% delle prescrizioni a carico del SSN proviene dai Medici di medicina generale e dai Pediatri di libera scelta, che rappresentano il punto focale del monitoraggio del consumo di questa classe di farmaci, ed il target previlegiato per attività informative e formative focalizzate a  migliorarne l'appropriatezza prescrittiva.

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Per consultare il documento:

www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2894_allegato.pdf

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